Benefici per export dopo accordo col Canada
L’Italia, ottavo fornitore del Canada nel 2015, con un interscambio di 6 miliardi di euro beneficierà del nuovo accordo CETA appena ratificato dal Parlamento Europeo. Tra i vantaggi per il nostro Paese: accesso al mercato agroalimentare per i prodotti sensibili (ad iniziare dai formaggi che godranno di una quota aggiuntiva); eliminazione dei dazi ad valorem sui prodotti a base di zuccheri o cacao, pasta e biscotti, frutta e verdura; eliminazione tariffaria e rimozione di altre importanti barriere tariffarie per vini e liquori; più in generale, abbattimento di dazi su beni di rilievo per il nostro export come macchinari industriali (fino al 9,5%), mobili (fino al 9,5%), calzature (fino al 20%); riconoscimento (sebbene con alcune differenze di trattamento) per 41 IIGG italiane (su un totale di 171 europee), un risultato straordinario se si considera la differenza di approccio al tema delle IIGG e dei marchi registrati da cui era partito il negoziato; Regole di Origine basate sugli standard europei che favoriranno le nostre esportazioni; accesso all’80% del mercato degli appalti pubblici nei settori energia e utilities, l’accesso più ampio mai concesso dal Canada ad un paese terzo ed altro ancora.
Tu In materia di Standard fito-sanitari e salute dei consumatori, l’equivalenza degli standard canadesi con quelli europei rappresenta una facoltà vincolata all’oggettiva capacità di dimostrare l’effettiva corrispondenza del livello di protezione assicurato dagli standard europei: l’abbassamento degli standard non è mai stato previsto ed, anzi, il futuro degli accordi commerciali è proprio quello di ottenere un loro innalzamento.
Con la sigla del trattato, buona parte delle nostre DOP E IGP potrà godere di un livello di protezione prima insperabile. Si tratta di un patrimonio particolarmente strategico per l’agricoltura italiana, che merita tutti gli sforzi e le attenzioni necessarie a valorizzarlo sui mercati”.
Agrinsieme ricorda infine che nell’ultimo anno -tra prodotti agricoli, cibi e bevande- le esportazioni tricolori in Canada hanno superato i 640 milioni di euro e, dal 2000 a oggi, sono cresciute del 39%.
Sul fronte delle importazioni di prodotti agroalimentari dal Canada, “condizione obbligatoria –sostiene Giorgio Mercuri di Agrinsieme, coordinamento tra Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Cia, Confagricoltura e Copagri – sarà quella di prestare attenzione agli standard qualitativi dei prodotti interessati dagli scambi e ai loro processi di lavorazione al fine di garantire il rispetto della reciprocità. Tenendo fisso l’obiettivo imprescindibile di salvaguardia delle nostre produzioni agricole e dei nostri standard, i risultati positivi ottenuti con il Canada possono rappresentare un esempio di lavoro da seguire all’interno delle relazioni di commercio internazionale. Ciò è particolarmente importante in una fase storica in cui posizioni di chiusura e di protezionismo sembrano prevalere all’interno del contesto mondiale.