Dimezzate le CCIAA non faranno più internazionalizzazione
Ridotte da 105 a 60 le camere di commercio, non faranno più attività di promozione all’estero.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico, retto da Carlo Calenda (eletto con Scelta Civica, poi passato al PD ) aumenterà la vigilanza e la valutazione delle performance degli enti camerali.
Il provvedimento, di cui il Ministero dello Sviluppo Economico è proponente, è stato messo a punto di concerto con il Ministero dell’Economia, della Semplificazione e della PA.
In linea con quanto previsto dall’art. 10 della legge sulla ‘Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche’ (7 agosto 2015, n. 124), il Decreto varato prevede, in particolare, un piano di razionalizzazione, in un’ottica di efficientamento, di efficacia e di riforma della governance delle Camere di Commercio. Più nel dettaglio, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Decreto, il numero complessivo delle Camere si ridurrà dalle attuali 105 a non più di 60 nel rispetto dei seguenti vincoli direttivi: almeno 1 camera di commercio per Regione; accorpamento delle camere di commercio con meno di 75mila imprese iscritte.
Al fine di alleggerire i costi di funzionamento delle Camere, il decreto prevede 4 ulteriori azioni che riguardano: la riduzione del diritto annuale a carico delle imprese del 50%; la riduzione del 30% del numero dei consiglieri; la gratuità per tutti gli incarichi degli organi diversi dai collegi dei revisori; una razionalizzazione complessiva del sistema attraverso l’accorpamento di tutte le aziende speciali che svolgono compiti simili, la limitazione del numero delle Unioni regionali ed una nuova disciplina delle partecipazioni in portafoglio.
Nell’ambito di questo piano complessivo di razionalizzazione organizzativa ricade anche la rideterminazione delle dotazioni organiche di personale dipendente delle camere di commercio con possibilità di realizzare processi di mobilità tra le medesime camere e definizione dei criteri di ricollocazione presso altre amministrazioni pubbliche del personale che dovesse risultare soprannumerario.