Tracciabilità, denominazioni di origine, esportazioni: la base per la crescita dell’agroalimentare Made in Italy
“Dobbiamo vincere la battaglia sulla tracciabilità dei prodotti – ha detto il viceministro per le politiche agricole Olivero – perché senza tracciabilità non abbiamo alcuna sicurezza per i consumatori, dobbiamo valorizzare le eccellenze e impegnarci per vincere la difficile battaglia sulle denominazioni di origine”.
Il summit internazionale sull’agroalimentare e il Made in Italy che si è tenuto a Salerno è stata l’occasione per un confronto tra persone e istituzioni che si occupano di tutela alimentare, industria ed esportazioni.
Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia ha sottolineato “noi dobbiamo essere riconoscibili più che competitivi, ci deve essere identità delle produzioni, accessibilità e qualità e responsabilità sociale, le aziende devono lavorare in una casa di vetro per il consumatore”.
Grande attenzione per l’intervento di Colombia A. Barrosse – Console Generale USA per il Sud Italia-presso il Consolato Generale degli Stati Uniti d’America di Napoli. “Gli Stati Uniti sono cresciuti del 4,6% nell’ultimo trimestre, il nostro tasso di disoccupazione è sceso dal 10 al 5,9%, e stiamo creando una media di 200mila nuovi posti di lavoro al mese, inclusi 700 mila nuovi posti creati negli ultimi 5 anni nel settore manifatturiero.
I prodotti italiani sono riconosciuti per la loro alta qualità – ha ricordato il Console Barrosse, nella foto con Chiara Masini - e continuano ad essere molto richiesti nel mondo intero. Inoltre, la forza del dollaro sull’euro favorisce le esportazioni italiane negli USA e la crescita del turismo americano in Europa.
Per quanto riguarda la Campania, i dati sull’export indicano luci ed ombre, nel complesso oltre 10mila aziende campane esportano, ma rappresentano solo il 2,5% dell’export nazionale. Un quadro simile si prefigura per tutte le altre regioni del sud Italia, c’è ancora molto spazio di crescita.
L’Unione Europea e gli USA costituiscono insieme il 40% del PIL mondiale e gli scambi tra l’Europa e l’America rappresentano già il più grande rapporto commerciale del mondo. Il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, che stiamo negoziando, ha l’obiettivo di rimuovere le barriere commerciali in una vasta gamma di settori economici, incluso l’agroalimentare, per facilitare l’acquisto e la vendita di beni e servizi tra Europa e Stati Uniti. Uno studio indipendente del Centre for Economic Policy Research di Londra prevede che il TTIP potrebbe aumentare le esportazioni europee di oltre 119 miliardi di euro all’anno una volta implementato.”
Il 2015 è l’anno dell’EXPO e il Console Barrosse ha parlato di quello che significa per loro: “Il padiglione USA promuoverà il business, l’innovazione, i prodotti, il cibo e la cultura americana ai visitatori provenienti da tutto il mondo. Inoltre l’EXPO fornisce un’opportunità a tutti noi, non solo a Milano ma anche al sud Italia e al resto del mondo, di esplorare i temi attuali e pressanti legati all’alimentazione del nostro pianeta.”
Gli americani sono grandi consumatori e amano da sempre i nostri prodotti. Noi siamo unici al mondo e il mondo ci guarda con grande attenzione, esprimiamo il meglio della produzione alimentare e vinicola italiane.
