VINO: LA PANDEMIA ACCELERA ON LINE E WINE CLUB
Il mondo italiano del vino guarda oltre l’anno nero 2020 e cambia fisionomia al proprio business. È quanto rileva la ricerca ‘Il wine business nell’era post Covid-19’ presentata dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor nel corso di Wine2wine Digital. L’indagine, svolta su 165 aziende (che rappresentano 4 miliardi di euro il fatturato complessivo), ritrae quindi un settore che ha vissuto il 2020 come uno spartiacque, sono cresciuti molto i circoli del vino, in inglese “wine club”, un modo per fidelizzare clienti già acquisiti, nel 2019 erano uno strumento di nicchia (11% nel campione di aziende ), ora circa il 57%. Lo stesso vale per le degustazioni a distanza, professionali e non, che passeranno dal 16% all’84%. Accelerazione anche per le strategie di coinvolgimento dei clienti sui social network, facebook, instagram e i nuovi tik tok.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani (nella foto): “Il risultato, se da una parte conferma le difficoltà sui mercati già riscontrate, dall’altra dimostra una grande vitalità delle aziende, impegnate in una transizione epocale del proprio modo di fare business sotto il profilo commerciale, del marketing e della comunicazione.”
La certezza generale è che nei prossimi 2-3 anni cambierà tanto, mentre le opinioni più diffuse prevedono riduzioni, in Italia e all’estero, del numero di locali e dei consumi fuori casa, a cui contrapporre l’impatto positivo dato dall’incremento delle vendite online e dall’aumento della domanda di vini autoctoni, biologici, sostenibili. Tra le misure di sostegno richieste alle istituzioni per far ripartire il settore, al primo posto figurano i fondi dell’Ocm promozione.
Chiara Masini