Intervista a Qianrui Cheng, caporedattore di “Wine in China”
Qianrui Cheng è una donna giovane ed elegante e una delle maggiori esperte del mercato del vino in Cina. Grazie al suo ruolo come giornalista per “Wine in China”, tra le prime riviste specializzate nel vino in Cina, ha un punto di vista interessante e lo condivide con Dolcevita Export.
Signora Cheng, prima di tutto congratulazioni per il suo premio recente “Grandi Cru d’Italia” che ha ricevuto qualche settimana fa. Ci può dire qualcosa su questo riconoscimento?
“E’ stato una sorpresa. E’ eccitante sapere che l’Italia sta già interessandosi al mercato cinese del vino e al fatto che le riviste di settore giocano un ruolo importante. Penso che la ragione per cui mi hanno dato questo premio è che nell’Aprile 2014 ho scritto un articolo di 30 pagine sulle esportazioni del vino italiano nel mercato cinese nel 2013. Nell’articolo ho mostrato le cifre che indicano una crescita del 9,41% nelle esportazioni di vino italiano in Cina. Ho paragonato l’Italia con la Spagna e la Francia (queste ultime stanno perdendo posizioni) e ho concluso che il vino italiano sta iniziando ad avere un ruolo importante. Nell’occasione intervistai anche l’ambasciatore italiano in Cina per avere notizie sulle azioni del governo per la promozione del settore vinicolo in Cina. Ho intervistato anche imprenditori di aziende famose che hanno già successo in Cina per avere il racconto delle loro esperienze. Penso che gli Italiani hanno molta passione per la loro cultura, molte persone durante le mie interviste mi hanno aiutata molto e adesso siamo amici. Sono pazza per i vini italiani e credo che la mia passione abbia commosso “Grandi Cru d’Italia”.
Il vino fa parte del suo lavoro, quando è cominciato questo interesse per il vino italiano?
“E’ un interesse che è cresciuto naturalmente e in modo irresistibile. Ho un gruppo di amici che amano i vini italiani. Non direi che sono una vera esperta di vino italiano, è troppo complicato e richiede molto tempo e molte degustazioni. Per quanto ne so tutti in Cina stanno ancora imparando a conoscere il vino italiano.”
Chi sono i lettori di “Wine in China” ?
“ Più delle metà dei nostri lettori sono managers importanti e professionisti del vino”.
Secondo la sua esperienza chi so le persone cinesi più interessate al vino italiano?
“In Cina ci sono consumatori e collezionisti. In base alla mia esperienza personale direi che i collezionisti più impegnati che erano soliti bere vino di Bordeaux si stanno spostando verso i vini italiani. Queste persone sono banchieri, finanzieri, managers e dirigenti di aziende, informatici con esperienza internazionale. Queste persone amano i vini italiani e sono informati. Sta anche crescendo il mercato dei nuovi consumatori, delle giovani generazioni.”
Durante quali occasioni le persone bevono vino in Cina?
“Nei ristoranti in Cina il vino è costoso. Noi beviamo a casa o portiamo una bottiglia al ristorante. Circa la metà della popolazione associa il vino a una favola o una storia d’amore, qualcosa da bere durante un appuntamento, ma ora sempre più persone bevono vino alle feste o agli eventi. C’è anche una parte di veri amanti del vino che lo bevono tutti i giorni”
Venendo al Vinitaly, lei ha degustato molte varietà di cibi e vini italiani, quindi sa che ci sono centinaia di certificazioni DOC che legano un prodotto ad uno specifico territorio. Cosa sa il consumatore medio di queste DOC?
“Il consumatore medio cinese conosce il concetto generico di Denominazione d’Origine Controllata, ma non ha idea di quali siano nello specifico e di quante sono”
Se dovesse menzionare solo tre vini italiani, quali sono i suoi preferiti?
“Il Sangiovese è il mio preferito, sia puro che miscelato con altri vitigni. Amo molto anche l’Amarone e l’elegante Barolo”
Chiara Masini
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