News dai vini del Sannio, ripartenza post Covid
C’è chi lo chiama il Chianti del Sud, parliamo del Sannio, provincia di Benevento, questa bella parte della Campania così vocata per l’agricoltura e la viticoltura. Com’è la situazione post Covid19? Ne parliamo col Presidente del Consorzio di tutela del Sannio DOP Dottor Libero Rillo, proprietario della cantina Fontanavecchia, anche membro del cda di Federdoc.
Presidente Rillo quali sono i numeri del vino post pandemia?
“La zona sannita è fatta soprattutto di piccole e medie cantine che hanno risentito l’azzeramento dei consumi nel settore ho.re.ca. (hotel restaurant catering). Chi faceva GDO (grande distribuzione) e on line all’inizio ha avuto un piccolo incremento, poi però diminuzione. Siamo a circa 12milioni di fascette di stato DOP Sannio, quadi altrettante per IGT, e nei primi sei mesi del 2020 c’è stato un calo di circa il 7% di imbottigliato, che si potrebbe pensare non è un grosso calo, però c’è stata una diminuzione anche maggiore nei fatturati, un decremento anche per le cantine sociali. Quindi un calo in volume e un calo in valore.”
I viticoltori cosa dicono?
“Alcuni mi chiamano un po’ preoccupati. Le cantine sociali si sono adoperate per fare la distillazione, si manda cioè una quantità in distilleria per fare alcol, avendo un piccolo contributo dallo Stato, questo è stato fatto soprattutto per i vini meno pregiati”.
Questa estate sarà incentivata la vendemmia verde?
“Sì, infatti alcuni agricoltori si stanno orientando in questo senso, con la vendemmia verde selettiva per ridurre la resa per ettaro, se si riduce di almeno il 15% sulla media degli ultimi cinque anni, si ha diritto a 600 euro per uve IGT, 800 euro per uve DOC e 1100 euro per uve DOCG, contributi che verranno erogati dall’AGEA”.
Alcuni produttori di uve a bacca bianca sono preoccupati, la Falanghina come si mantiene?
“Molto bene, infatti anche se tanta gente non lo sa, la Falanghina del Sannio si presta bene ad essere invecchiata anche 10 anni”.
Chiara Masini