Presidente Comitato Vini su Prosecco Rosé
In alto i calici si brinda col nuovo Prosecco Rosé, ne parliamo con uno dei protagonisti più importanti del mondo vitivinicolo italiano: Michele Zanardo, enologo, consigliere nazionale di Assoenologi, Presidente del Cominato Nazionale Vini DOP ed IGP, l’ organismo del Ministero delle Politiche agricole che ha la competenza consultiva e propositiva in materia di tutela e valorizzazione qualitativa e commerciale dei vini Dop e Igp.
Presidente Zanardo da dove nasce l’idea del Prosecco Rosé?
“Da tempo le aziende produttrici di Prosecco, commercializzano spumanti rosati su base Glera e Pinot nero. Questa tipologia di prodotto è particolarmente gradita dal mercato, conseguentemente il Consorzio del Prosecco DOC ha fatto questa proposta di modifica del disciplinare, con l’intento di garantire la qualità del prodotto, nonché di collegare a questo vino, già percepito nel mondo come Prosecco Rosé, un disciplinare con regole precise. Dopo una fase di sperimentazione quindi, si è passati alla proposta del nuovo disciplinare.”
Secondo Lei, il Consorzio lo ha proposto pensando più alle richieste del mercato nazionale o internazionale?
“Diciamo che oggi il Prosecco Doc si affaccia principalmente al mercato internazionale, ed è proprio lì che, a mio avviso, sarà destinato il prodotto, soprattutto in mercati come gli Stati Uniti d’America, il Canada e la Gran Bretagna”.
Quali sono le modifiche principali al disciplinare di produzione del Prosecco ?
“La novità è stata l’inserimento del Pinot nero, vinificato in rosso (prima era solo vinificato in bianco), con una resa per ettaro minore rispetto a quella prodotta in bianco, azione questa indirizzata a sottolineare l’aspetto qualitativo. Il Prosecco Rosé dovrà essere fatto con l’85% di uva glera, e dal 10 al 15% di pinot nero vinificato in rosso.”
Il Prosecco è un vino ottimo, purtroppo però spesso imitato, che si può fare?
“La normativa comunitaria tutela le DOP da ogni atto di imitazione ed evocazione finalizzata a trarre in inganno il consumatore. In questo senso i consorzi che tutelano le denominazioni legate al vino Prosecco (DOC Prosecco, DOCG Conegliano Valdobbiadene Prosecco, DOCG Asolo Prosecco), hanno creato un coordinamento chiamato “Sistema Prosecco” che, oltre ad esplicare la tutela in fase di commercio, raccoglie le segnalazioni di produttori e consumatori, relative a prodotti evocativi e le trasmette agli organi ministeriali competenti per i controlli. La fase della produzione invece è monitorata, nella sua totalità, dall’organismo terzo di certificazione Valoritalia”.
Il Prosecco va venduto in tempi brevi, con questa pandemia, quanto sta soffrendo il distretto del nord est?
“Quello che abbiamo riscontrato, rispetto ai numeri generali, è che con la GDO attiva si sono contenute le perdite. Le piccole e medie imprese inoltre, hanno puntato sulle modalità di consegna a domicilio o con portali on-line, rilevando riscontri interessanti. Chiaramente come tutti gli altri settori un rallentamento c’è stato e chiaramente c’è in corso un tentativo di recupero con la riapertura”
Che percentuale di produttori veneti e friulani si metterà a fare il rosè?
“Il Prosecco Rosè è un’opportunità che credo verrà colta da molti imprenditori. Mi aspetto quindi che gran parte dei produttori della DOC lo abbracceranno, magari orientandosi verso le tipologie più secche che sono sempre più appetite dal mercato”
Chiara Masini