La ricetta del successo per vendere vino nel mondo: trasmettere la bellezza dell’Italia e del nostro modo di vivere.
La ricetta del successo per vendere vino nel mondo: trasmettere la bellezza dell’Italia e del nostro modo di vivere.
Siamo al Vinitaly di Verona con Luca Martini, miglior sommelier del mondo 2013, grazie alla sua conoscenza approfondita del vino e ai suoi viaggi, il famoso aretino dà il suo punto di vista su come emergere nei mercati globali.
Come è stata la sua esperienza come “ambasciatore” del vino nel mondo?
“E’ stato un anno impegnativo dal punto di vista dei viaggi, ho rappresentato l’Italia nel mondo e il mondo del vino a 360 ° e questa è una bella responsabilità. Continuo a lavorare per moltissime aziende, a rappresentarle, a far conoscere quello che è il buono e il bello dell’Italian life style, lo facevo già prima di vincere il titolo di miglior sommelier del mondo ma durante l’ultimo anno, grazie anche a questo titolo la comunicazione è stata molto più efficace.”
Cosa cercano i consumatori stranieri nel vino italiano?
“Cercano tre cose soprattutto: territorio, identità e lo stile di vita italiano. I consumatori desiderano non solo la bottiglia di vino ma tutto quello che c’è dietro, vogliono tutto il “pacchetto” dell’Italian life style, vanno a ricercare anche il cibo e questo è molto importante. Alle volte però fanno fatica a capire il sistema delle denominazioni italiane e questo perché le nostre denominazioni sono tante e un po’ confusionarie, è difficile anche per noi studiarle tutte, figuriamoci per gli stranieri”.
Cosa dovrebbero fare i produttori italiani, anche quelli piccoli, per potenziare le esportazioni nei Paesi BRIC?
“In India c’è un mercato difficilissimo, prima per un fatto culturale e poi di tassazione, se una bottiglia da noi parte da 15 euro va a finire a 250 euro, quindi c’è un mercato molto piccolo. In Brasile, Russia e Cina ci sono più possibilità. I produttori devono fare un vino territoriale, senza guardarsi intorno a pensare a quello che fanno gli altri, devono produrre identità, certo poi è anche importante partecipare alle fiere e ai seminari.”