Riflettori sul Vinitaly
Torna in presenza il Vinitaly Veronafiere, dal 10 al 13 aprile, 54ª edizione del salone internazionale dei vini e dei distillati si presenta con un quartiere espositivo con 4.400 aziende provenienti da 19 nazioni, oltre 30 convegni e 76 super-degustazioni in programma. Un sistema integrato con la piattaforma b2b online di VinitalyPlus, con oltre 17mila etichette caricate in formato digitale dai produttori.
Sono 700 i top buyer esteri di vino italiano accreditati a Vinitaly da 50 Paesi: 650 sono arrivati grazie alla campagna promossa da Veronafiere insieme a ICE-Agenzia; a questi si aggiungono i 50 operatori profilati della domanda al loro debutto a Verona, parte di un nuovo progetto di incoming ‘tailor made’, frutto della collaborazione diretta della fiera con 30 aziende espositrici di Vinitaly.
Lo scorso anno l’equivalente di 600 milioni di bottiglie di vino italiano ha preso la direzione di Usa e Canada, per un controvalore di 2,7 miliardi di dollari e una crescita sul 2020 del 17%. Nello stesso anno i due Paesi nordamericani hanno totalizzato un import di vino per più di 9,3 miliardi di dollari, quasi 1/4 del valore globale delle importazioni di vino. L’Italia e la Francia – che dominano i mercati – tornano a brindare, è il caso di dirlo, in particolare grazie a una “revenge spending” spumeggiante, con il Prosecco che da solo vale ormai 1/4 della domanda americana di vino tricolore e rappresenta a volume quasi il 25% dei consumi domestici di bollicine. Sparkling sì, ma anche i grandi rossi fermi, in un contesto competitivo della tipologia molto favorevole per le due superpotenze enologiche in Nord-America, in particolare per Bordeaux, Borgogna, rossi toscani e piemontesi.